LA COMUNE RICERCA DELLA PRESENZA
Skinya APS nasce come spazio di ricerca, formazione e meditazione dedicato all’evoluzione interiore dell’essere umano.
Il nome Skinya, dal greco biblico “σκηνή” (skēnē), significa "dimora sacra": il luogo dell’incontro tra il divino e l’umano.
Nel nostro lavoro uniamo la preghiera e la scienza del corpo, esplorando la relazione profonda tra cuore e cervello, tra esperienza spirituale e conoscenza vivente.
Promuoviamo un cammino di riconciliazione tra fede e sapere, in cui la dimensione spirituale diventa forza di equilibrio, trasformazione e armonia interiore.
Attraverso corsi, seminari e percorsi esperienziali, accompagniamo le persone verso una maggiore consapevolezza di sé e verso una vita in cui pensare, sentire e volere si accordano in un’unica vibrazione di luce.
Soci fondatori dell'associazione
PRESIDENTE: Iryna Doroshenko:
Il mio cammino non è solo una storia: è un movimento vivo dell’anima, passato attraverso dolore, ricerca e rivelazione.
Nei momenti più difficili della mia vita, quando mi ero allontanata dalla verità e tutto sembrava crollare, ho incontrato dei Maestri.
Il primo, nel tempo più buio, mi ha introdotta al mistero della preghiera. Il secondo, durante una nuova crisi profonda, mi ha guidata verso una luce più limpida, più essenziale. Questi incontri hanno segnato svolte sacre che hanno trasformato la mia interiorità.
Spinta da una sete autentica di verità, ho attraversato molte scuole: dalla medicina orientale all’antroposofia, dalla filosofia spirituale al misticismo cristiano. Ovunque cercassi, trovavo frammenti di un’unica verità.
Così ho riconosciuto un filo d’oro, sottile e potente, che collega tutte le vie autentiche: il filo della Presenza viva, quel mistero che si manifesta quando corpo, mente e spirito sono in ascolto profondo.
REDATTORICE: Lyubov Krasnyanyk:
Fin da bambina scrivevo racconti. In ogni frase percepivo qualcosa di più profondo della semplice informazione: un tocco alla memoria, un richiamo all’anima, un sussurro alla profondità. Il mio cammino è cominciato lì, nell’amore puro per la parola.
Un periodo particolarmente difficile — la fatica e la fragilità di una gravidanza che sembrava non voler giungere a termine — mi spinse ad aprire, per la prima volta, la Bibbia. Mi immersi nella lettura con un’intensità nuova, come se quelle parole mi parlassero direttamente. E fu allora che accadde il piccolo miracolo: nacque mia figlia, e con lei nacque anche la mia fede.
Poi venne la perdita di mio marito. Rimasi sola, con due bambini piccoli, e il mondo cominciò a sgretolarsi sotto i miei piedi. In quel dolore compresi che da sola non ce l’avrei fatta. Mi affidai.
Fu allora che capii: la lingua che parla davvero della verità è quella del silenzio, dell’ascolto profondo.
Da quel momento, la mia vita divenne un cammino fatto di ricerca continua e di gratitudine.
TESORIERE: Rita Panigoni
La prima domanda sul senso della vita me la sono posta da molto giovane, ma le scelte e le difficoltà dell’esistenza mi hanno tenuta “incollata” al suolo e alle vicende materiali.
Questo senso di insoddisfazione e di mancanza è però andato accentuandosi, portandomi a intraprendere percorsi che ora comprendo essere stati cerchi sempre più concentrici, fino ad arrivare a questo che sento come mio.
Oggi, questo cercare di “stare in Presenza”, condividendo con altre anime in cammino con la mia sensazioni, dubbi ed esperienze, mi sembra essere il solo lavoro davvero importante da fare nella vita.
SEGRETARIO: Olesya Levytska
Sin da piccola ero convinta che tutti vivessero il mondo interiore nello stesso modo in cui lo vivevo io.
Non mi sono mai sentita sola: era come se ci fosse una presenza intangibile, silenziosa e calda, che mi faceva percepire una protezione costante.
Mi sentivo parte di un mondo collegato e, nonostante le paure infantili, mi sentivo al sicuro.
Pensavo che quella fosse la normalità.
Crescendo, però, tutto si è attenuato: ci si distrae, ci si perde nel ritmo frenetico della vita e restano solo attimi fugaci di quella connessione viva.
Tutta la mia ricerca nasce, dunque, dal bisogno di riconnettermi con me stessa e di ritrovare quella Presenza che un tempo percepivo in modo naturale.